Giovanni Balderi

Quando Giovanni Balderi inizia a scolpire affronta il blocco marmoreo nella sua nudità e crudezza come materia vivente in cui scoprire l'anima. Sente questo materiale come metamorfosi in atto, ne riscopre sensazioni inusitate, ne suggerisce percezioni tattili come a far affiorare dal "corpo" della materia lo spirito vitale, l'alito emozionale.


"Un riferimento certo è il corpo - dice l'artista - da sempre voce di un'esigenza di raccontare percorsi umani e divini, dove il sentire si mostra in opere eterne, come le domande. Il mio vuole essere un corpo che tace, che si mette in disparte, lascia parlare l'anima, l'energia che lo abita, lo domina, lo fa
vivere, gli dà la forma, l'espressione, tutto ciò che distingue il dialogare della vita nei suoi misteriosi percorsi?"

Ciò che caratterizza il suo lavoro è l'impatto immediato con il minerale, come ad instaurare con esso un confronto dialogico da cui trapela la volontà di sentire il marmo, ascoltarne ed esprimerne la voce, e così tramite continui mutamenti dell'opera nel suo farsi, come ispirato e stimolato dalla materia
stessa a compiere modifiche ex - abrupto, cavarne emozioni dal dentro, dal cuore del blocco roccioso e dell'essere umano, l'uno a specchio dell'altro.

Il suo amore per il marmo, "che nell'immediatezza dell'operare mostra una sua fisicità, da seguire, da rispettare e talvolta da sfidare", non indugia, però, in preziosismi descrittivi, il suo desiderio di stabilire un contatto empatico non propende verso virtuosistici compiacimenti, anzi si genera un
legame affettivo, una fusione armonica tale da poter percepire la sensualità stessa della materia - corpo. Talora quest'ultima assume quasi sembianze di una nudità femminile, appaiono indizi che rinviano alla morbidezza vellutata di pelle umana in alternanza con parti completamente scabre, volutamente sezionate, intagliate, lasciate libere dall'artista, come una messa a nudo del sé, degli umori, delle suggestioni, degli stati d'animo, ma anche dell'energia, della forza primigenia che si rispecchiano nel materiale da cui trarre la sostanza, togliendone gradualmente l'involucro, per raggiungere l'essenza più intima.

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